29 Ottobre 2025
Share

Un nuovo studio di Giovanni Frausini: “Preti usa e getta? Le comunità e i loro preti”

È uscito recentemente un interessante saggio di Giovanni Frausini dal titolo “Preti usa e getta? Le comunità e i loro preti”, edito da EDB. Introduce opportunamente il testo la presentazione di mons. Erio Castellucci, il quale osserva: «Affrontando i nodi del ministero presbiterale, l’autore affronta in realtà i nodi del vissuto ecclesiale odierno. E non lo fa mettendo in campo inopportune nostalgie per un passato in cui tutto andava meglio: passato che, del resto, esiste solo nella mente di chi scambia la forma per sostanza. Non lo fa però nemmeno sbattendo i pugni sul tavolo, in nome di una chiesa che verrà, dove tutto deve cambiare perché tutto è stato sbagliato. Né ripiegamenti all’indietro, né fughe in avanti. C’è un costante equilibrio in questa proposta, che non è equilibrismo ma adesione convinta al sogno di chiesa lanciato sessant’anni fa dal concilio Vaticano II e rilanciato una dozzina di anni fa da papa Francesco attraverso il suo documento programmatico, l’esortazione apostolica Evangelii gaudium» (15).

È infatti questa una delle tesi portanti della ricerca storico-teologica di Frausini, l’idea per la quale l’evoluzione della nozione di ministero ordinato corrisponda nei secoli all’evoluzione della concezione di chiesa. In questo senso, lo studio si colloca pienamente sulla scia delle questioni poste nell’ultimo sinodo. Si tratta di questioni di carattere teologico, come la fondazione del ministero ordinato nella sua tripartizione e nella sua relazione con tutti i battezzati; di carattere spirituale, come lo sviluppo delle tipologie ministeriali nella storia o la relazione tra celibato e presbiterato; di carattere pastorale, come il sovraccarico di compiti sui parroci, la moltiplicazione delle messe e delle celebrazioni «in attesa di presbitero» o le forme di vita comunitaria dei ministri ordinati (preti e vescovi). Con uno stile puntuale e accattivante allo stesso tempo, e con la ricchezza di numerosi aneddoti anche personali, l’autore mette a frutto, da una parte, la sua personale esperienza di presbitero e di medico psicologo clinico, e, dall’altra, la sua ormai pluridecennale frequentazione della letteratura teologica e pastorale su tali argomenti. Si rende necessaria, a suo dire, una revisione strutturale dell’attuale iter di preparazione al ministero presbiterale, che superi la forma del «seminario» e istituisca percorsi che integrano meglio la dimensione teologica, spirituale e «collegiale» con un’esperienza viva di comunità cristiana, missione e servizio.